Quanto costa guidare un’auto elettrica?

Euro

Utilizzare un veicolo elettrico è davvero più economico rispetto ad una macchina a benzina o diesel?


Negli anni scorsi, chi comprava un veicolo elettrico lo faceva principalmente per la sua vocazione ‘green’. Oggi le auto elettriche iniziano ad essere acquistate non solo per una questione ecologica, ma ancor di più per i risparmi generati dal guidare elettrico rispetto ad un equivalente benzina o diesel.

Alcuni risparmi sono ovvi:

  • Incentivi nazionali (Ecobonus)
  • Incentivi regionali
  • Sconti a livello locale nelle zone a traffico limitato (ad esempio Zona C a Milano) o parcheggi

In realtà il vero risparmio deriva, però, dalla riduzione dei costi di gestione e di conduzione di un’auto elettrica.

Entriamo nel dettaglio.



Auto elettrica Renault Zoe [Fonte: Renault]

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I veicoli elettrici e quelli basati su motori a scoppio hanno lo stesso tipo di costi?

Entrambe le tipologie di veicoli hanno di fondo la stessa gamma di costi, che includono l’assicurazione, la gestione, la manutenzione e gli eventuali costi di riparazione. La differenza fondamentale è che i veicoli elettrici non hanno bisogno di fare il pieno alle stazioni di servizio, ma le loro batterie vengono ricaricate utilizzando apposite colonnine (nel caso di veicoli 100% elettrici). La taglia delle batterie dipende dalla tipologia e dal modello di veicolo, con auto pure elettriche che necessitano di batterie più grandi non avendo un motore di backup a benzina o diesel, al contrario degli elettrici plug-in che sono dotati di un secondo motore convenzionale e di batterie di dimensioni più ridotte.


Nei veicoli puri elettrici la batteria sostituisce il serbatoio?

Di fatto, sì. Con alcune differenze, ovviamente. Mentre la capienza di un serbatoio è espressa in litri, la capacità di una batteria è espressa in kWh. E così come un serbatoio più grande garantisce una maggiore autonomia al veicolo, maggiore è la capacità (kWh) della batteria, maggiore è la distanza percorribile con una ricarica.


I costi di assicurazione sono diversi tra veicoli convenzionali ed elettrici?

Negli anni scorsi le assicurazioni per i veicoli elettrici risultavano più alte rispetto agli equivalenti a benzina o diesel. Questo era ovviamente ingiustificato, visto che i rischi per i quali si assicura un veicolo (dalla polizza RC all’assistenza stradale, passando per atti vandalici, eventi naturali, infortuni al conducente o cristalli) sono sostanzialmente indipendenti dalla tipologia di motore, ma la scarsa conoscenza del prodotto ‘elettrico’ lasciava probabilmente qualche dubbio sia sulla solidità dei mezzi che sulla tipologia di conducente.

La tendenza dal 2019, confermata poi quest’anno, porta invece ad un allineamento di prezzi tra le 2 tipologie di veicoli, rendendo quindi assolutamente paragonabile il costo di assicurazione tra i 2 mezzi, in alcuni casi anche con una leggera convenienza per l’elettrico.

In futuro ci aspettiamo un’ulteriore riduzione dei costi di assicurazione per i veicoli elettrici, in particolare per la componente di assistenza stradale, considerando che, come vedremo poi in seguito, il rischio di rottura di un motore elettrico è molto inferiore rispetto ad un equivalente a benzina o diesel.


I costi di gestione di un veicolo elettrico sono inferiori rispetto ad un veicolo a combustione?

Decisamente sì. Il numero di parti meccaniche in movimento è decisamente inferiore, garantendo quindi un costo medio di gestione di un veicolo elettrico più basso del 20% rispetto ad un equivalente a combustione (v. anche il nostro articolo di novembre dedicato all’argomento)


porta ricarica
Auto elettrica in ricarica

Quanto costa ricaricare un’auto elettrica?

Per un’auto elettrica di taglia media, il costo medio di ricarica con una colonnina domestica è intorno ai 6 €. Il costo può essere molto più elevato (fino a raddoppiare) nel caso di colonnine pubbliche.

Se avete l’esigenza di fare un calcolo approssimativo prima di acquistare un veicolo elettrico, prendiamo l’esempio di una e-Golf, la cui batteria ha una capacità di 35,8 kWh.  Prendete poi la vostra tariffa domestica (es. 0,20 €/kWh, facilmente deducibile dalla bolletta). Moltiplicate la capacità della batteria per la tariffa (35,8 * 0,20) e ottenete il costo del ‘pieno’: 7,16 €. Non male, per un’autonomia di 300 km!


Quindi costa meno la gestione di un veicolo elettrico o di uno a combustibile?


Come confermato dallo Smart Mobility Report del 2019, redatto dall’Energy e Strategy Group del Politecnico di Milano, l’auto elettrica permette di risparmiare fino a 1.200 € all’anno rispetto ad una vettura di pari categoria e a parità di percorrenza.

Considerando tutte le voci di costo (dall’acquisto alla manutenzione e gestione), è evidente come il prezzo iniziale più elevato venga compensato dai minori costi di gestione annuale, dal minor costo di manutenzione e dai costi di ‘carburante’ decisamente inferiori.


Analisi mercato [Fonte: Energy & Strategy Group]

Ci sono ancora dubbi?


Gli ultimi argomenti ‘contro’ che potevano avere senso erano la limitatezza dei modelli disponibili e la scarsità di punti di ricarica.

Il primo punto è ormai ampiamente superato. Come dettagliato nel nostro articolo di dicembre sulle prospettive legate ai veicoli elettrici, il 2020 vedrà una presenza di oltre 150 modelli presenti sul mercato. In pratica ce ne sarà davvero per tutti i gusti, con nuovi produttori e nuovi modelli (Tesla in primis) che si affiancheranno a versioni elettriche ed ibride di auto già conosciute e presenti quotidianamente sulle nostre strade (dalla e-Golf alla 500e, giusto per fare 2 nomi).


Distributore del futuro
Ricarica auto elettriche

Ed anche sui punti di ricarica il mondo sta cambiando velocemente. Avremo colonnine pubbliche in molti quartieri delle maggiori città Italiane, punti di ricarica privati ma ad uso pubblico presso alberghi, ristoranti, supermercati, centri commerciali e uffici, e a prezzi molto ragionevoli, spesso compresi anche nel pacchetto di vendita del veicolo, la possibilità di acquistare una ‘wall-box’ da installare presso il box condominiale o in un adeguato spazio della nostra abitazione indipendente.

A questo punto direi che non ci sono dubbi: passare ad un’auto elettrica non è più solo un’alternativa ecosostenibile, ma anche economicamente conveniente.


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Autore

Ashvin Suri

Ashvin ha lavorato in ambito energie rinnovabili, efficienza energetica e nel settore delle infrastrutture dal 2006. Si è appassionato per tutto quello che riguarda la transizione ad un’economia basata su basse emissioni di CO2 e mobilità elettrica. Ashvin ha iniziato la sua carriera lavorativa nel 1994 lavorando a New York in banche d’investimenti. Dopo il master presso la London Business School (1996-1998) ha continuato a lavorare nello stesso settore a Londra presso Flemings e, a seguire, JPMorgan. I suoi ruoli hanno sempre avuto parte nella consulenza finanziaria, fusioni e acquisizioni e raccolta di capitali per investimento. Ha lavorato in diversi mercati, tra cui ingegneria, aerospaziale, petrolifero, aereoportuale e automotive sia in Asia che in Europa. Nel 2010 è stato co-fondatore di una piattaforma per lo sviluppo di grossi impianti solari per investimento, sia a terra che a tetto, in UK, Italia, Germania e Francia. Ha fatto anche da consulente in diversi progetti nel campo delle energie rinnovabili (eolici e solari) per investitori istituzionali e produttori di energia indipendenti. È stato anche consulente in mercati internazionali, come l’India, compreso il TVS Group, gruppo Indiano leader nel mercato automotive. Ashvin è stato anche consulente per il gruppo Indian Energy facente parte del fondo Guggenheim (capitale da 165 miliardi di US$). È stato anche consulente per il gruppo AMIH (capitale 2 miliardi di US$, con sede a Singapore). Ashvin ha anche lavorato nel mercato immobiliare e in quello delle infrastrutture, compreso il Matrix Group (capitale 4 miliardi di US$) che ha lanciato il primo fondo istituzionale Indiano nel settore immobiliare, per il quale ha contribuito con un forte supporto istituzionale dai mercati UK e Europeo. È stato anche consulente nel settore delle infrastrutture per l’acqua potabile, incluso un Gruppo Svedese leader nel settore. Fa anche parte del comitato consultivo del Forbury Investment Network e nella startup di diverse società di capitale

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